Disagio adolescenziale

L’adolescenza è un periodo di transizione importante per la vita di un individuo, in quanto avvengono cambiamenti fisici e psicologici che conducono alla strutturazione dell’identità adulta.

L’adolescente è impegnato in diversi compiti evolutivi che riguardano:

  • la propria immagine corporea: le trasformazioni tipiche della pubertà obbligano alla rielaborazione ed accettazione di una nuova identità, non più infantile;
  • l’identità sessuale: la maturazione degli organi genitali innescano il processo di identificazione e quindi di integrazione della propria sessualità;
  • l’identità sociale: il gruppo dei coetanei è il luogo all’interno del quale l’adolescente si identifica e trova un senso di appartenenza che attenua le angosce di crescita;
  • l’identità personale: le spinte emancipative verso il mondo esterno richiedono una rielaborazione della percezione di sé in termini di valori, motivazioni, aspirazioni e progettualità, mantenendo sia un contatto con il mondo familiare, sia la capacità dell’adolescente di differenziarsi da esso, anche grazie alla tolleranza da parte dei genitori.

In questo momento della vita i mille interrogativi ed incertezze su di sé, fluttuazioni e paradossi comportamentali ed i conflitti con i genitori rappresentano quindi momenti normali di passaggio, che non costituiscono di per sé una patologia: ogni cosa viene rimessa in discussione, ma la metamorfosi puberale non determina necessariamente un’empasse affettiva e relazionale, anche se il prolungamento di tale fase di sviluppo, generato dalle difficoltà economiche e lavorative attuali, ed il contatto con una società moderna così individualista, rischiano di amplificare malesseri e conflittualità dell’adolescente odierno.

I segnali di disagio adolescenziale ai quali è necessario che gli adulti prestino attenzione sono:

  • violente crisi d’identità, che generano angosce, paure, ansie e attacchi di panico;
  • ritiro sociale, ossia la tendenza a chiudersi in casa, ad investire in attività esclusivamente solitarie, quali per esempio video games o social networks;
  • angosce scolastiche, che spesso si traducono in ritiri dal percorso formativo o difficoltà nel sostenere le richieste di performance;
  • disturbi del comportamento alimentare, tra eccesso e rifiuto del cibo si palesa un attacco al proprio corpo;
  • difficoltà relazionali, quando si esasperano i conflitti con i propri genitori e quelli con i pari;
  • somatizzazioni, stati depressivi e fobie;
  • dipendenze o abuso da sostanze;
  • agiti aggressivi verso di sé e/o gli altri.

Qualora tali segnali fossero presenti e preoccupanti, sarebbe opportuno richiedere l’intervento di uno psicologo al fine in primis di comprendere la problematica, se individuale o più allargata all’intero nucleo familiare, e successivamente valutare ed attivare le soluzioni più opportune per superare il blocco evolutivo.